Terezin, la memoria dell'innocenza

Sono stati circa 15 mila i minori ebrei che tra il 1941 e il 1945 hanno vissuto nel campo di concentramento di TEREZIN. Nonostante la fame, le malattie e le molte privazioni, sotto la guida di alcuni pedagogisti, prigionieri come loro nel campo, hanno lasciato tracce sorprendenti della loro creatività e voglia di vivere: disegni, racconti, poesie, musica, prima di essere quasi tutti deportati direttamente nei campi di sterminio di Treblinka e Auschwitz in cui ne morirono più del90%. Libri e film hanno raccontato la loro storia. Il campo di TEREZIN fu a lungo usato dai nazisti a scopo propagandistico come il “ghetto modello” che doveva mostrare la benevolenza di Hitler verso gli Ebrei. Quando una commissione della Croce Rossa arrivò al ghetto, il 23 giugno 1944, i nazisti pensarono di sfruttare le capacità espressive dei bambini facendo loro illustrare le “meraviglie” di questa città donata loro da Hitler e i visitatori furono addirittura fatti assistere ad una rappresentazione musicale, un'opera per bambini scritta dal compositore ceco Hans Krasa e da lui diretta, come loro deportato nel campo. Era tutta una macabra finzione. Alla vigilia di quella visita 7500 persone erano state portate direttamente ad Auschwitz per far sembrare il luogo meno sovraffollato e “la visita” fu studiata nei minimi dettagli. Forti del “successo” dell'opera di inganno messa in atto durante la visita della Croce Rossa, le autorità naziste commissionarono un film di propaganda che mostrava bambini allegri e sorridenti cui viene offerto cibo in abbondanza. Era ancora una macabra finzione. Terminatele riprese del film la maggior parte dei piccoli interpreti e spettatori fu inviata alle camere a gas di Auschwitz-Birkenau. Ricordare fa male, strige lo stomaco guardare i nostri bambini e pensare che per coincidenze oscure non sono loro al posto dei bambini di allora. Ma ricordare è un imperativo morale, un piccolo risarcimento di memoria e nel ricordare, denunciare come, ancora oggi, l’opulenta Europa assista, pressoché indifferente, allo strazio di molti esseri umani, questa volta neri e non ebrei, che cercano un avvenire migliore a costo della vita. L'opulenta Europa e la ricca Italia.

* pubblichiamo il disegno e la poesia dal titolo "Vorrei" di Alena Synkovà (1926), bimba sopravvissuta a Terezin. 

Redazione