Onore ad Arcangela Fanchi (Ala)

 

Ci ha lasciati Arcangela Fanchi, intrepida staffetta partigiana della 40/a Brigata Matteotti, conosciuta tra i patrioti come Ala Ridi. Giovanissima maestra, aveva spontaneamente e generosamente accettato di collaborare alla causa partigiana per spirito di giustizia e desiderio di stare dalla parte degli ultimi. Con discrezione, durante tutta la sua esistenza, ha continuato a comunicare i valori della Resistenza e della Costituzione, sempre fiera d'essere stata una “postina clandestina” dei partigiani.  Oggi, tutti godiamo delle libertà democratiche, proprio grazie all'impegno generoso di tanti giovani di allora, ragazze e ragazzi pronti a dare la vita per abbattere la dittatura nazifascista e per generare un futuro più umano.  Arcangela Fanchi costituì con Giulio Spini (Vezio) e con Sisto Zecca (Bianco) il comitato promotore del “Partito Democristiano” in provincia. Era un tardo pomeriggio di un giorno del dicembre del 1944 quando, presso la casa “Et in Terra Pax” di Don Folci, a Colorina, i tre partigiani cattolici morbegnesi incontrarono clandestinamente l’avvocato Angelo Schena, ultimo segretario pre fascista del Partito Polare in provincia e incaricato dal Comitato di Liberazione Nazionale di Milano di rappresentare la neonata Democrazia Cristina nel CLN valtellinese.  L’incontro tra il vecchio popolare e i giovani resistenti fu immediato e proficuo. Schena si impegnò anche a risolvere il problema economico del foglio clandestino che i tre giovani intendevano stampare e che chiamarono “La Rinascita” con l’obiettivo di stimolare lo sforzo dei cattolici alla lotta e a far da tramite tra loro e le altre forze combattenti. Ala aveva 19 anni e con le sue sorelle Gina e Maria faceva parte di un gruppo di donne che operavano in clandestinità. A guerra conclusa sposò Giovanni Del Curto, maestro e giornalista, redattore del Corriere della Valtellina, divenuto segretario provinciale del Partito nel 1962 e morto prematuramente nel 64, da tutti chiamato Giovannino. Di lui fece un ricordo affettuoso e amichevole anche Mario Melloni, il Fortebraccio dell’Unità, in uno dei suoi corsivi giornalieri attesi e temuti da politici e personalità della vita nazionale. Ai due figli medici Simone ed Eloisa un affettuoso pensiero di vicinanza nel ricordo del coraggio della loro mamma che insieme a molti altri ha contribuito a garantire quella libertà di cui ancora oggi noi godiamo.  

 

Redazione